Rosso colore degli impulsi più vivi, rosso come l’amore, l’avvampare delle guance e delle labbra; rosso pericolo, colore del fuoco, della forza e dell’aggressività, rosso che non si fa ignorare.
“Se il colore è la musica degli occhi, allora il rosso si può considerare alla stregua di uno squillo di trombe.”
Ma da dove viene la nostra innata passione per il colore rosso?
Come tutti i colori, il rosso non esiste in assoluto: è prodotto dal modo in cui la luce viene assorbita o riflessa da un oggetto, e da come la frequenza di questa luce viene decodificata dagli occhi (e dalla mente) di chi la vede.
Il rosso esiste perché c’è una persona a guardarlo.
Se la capacità di vedere i colori è parte della nostra natura, il modo in cui li distinguiamo e li descriviamo è cultura: per esempio, l’inglese blue designa sia il blu che l’azzurro, mentre in giapponese solo di recente si è iniziato a usare una parola (midori) per indicare il verde, separandolo dal termine precedente che comprendeva sia il verde che l’azzurro (aoi).
Nel loro studio condotto a riguardo nel 1969, il Basic Color Terms, i ricercatori Brent Berlin e Paul Kay prendevano in esame oltre cento lingue da tutto il mondo, scoprendo che alcune distinguono i colori soltanto fra “chiaro” e “scuro”; se c’è un terzo colore, è sempre il rosso.
Non è difficile immaginare perché proprio il rosso sia sempre il primo colore a essere identificato in modo univoco.
Fra tutti i colori, il rosso è quello che maggiormente attira l’attenzione, attivando una risposta corporea immediata: fa accelerare la circolazione del sangue e la frequenza del respiro, accende le energie mentali e fisiche e stimola al movimento.
Rosso è il colore del sangue, la cui vista basta a mettere tutti i sensi in allerta: parole come l’italiano rosso, l’inglese red e il francese rouge, il tedesco rot e lo spagnolo rojo derivano tutte da un’unica radice, quel rudh- o reudh- che non a caso in sanscrito indicava proprio il sangue.
Ma il rosso è anche fra i colori che risvegliano l’appetito: insieme al giallo e all’arancione è il colore della frutta matura, e il nostro cervello si è evoluto per distinguere al volo lo spiccare del rosso sul verde della vegetazione.
Fra gli alimenti che ci offre la natura, è il colore a predire se un cibo è nutriente e pronto per essere mangiato: ciò che è ancora verde tende a essere indigesto e povero di calorie, mentre sono di colori caldi gli ortaggi maturi, i cereali al tempo del raccolto, la frutta succosa pronta a essere mangiata.
Siamo creature eminentemente visive, e la vista, più ancora dell’olfatto, è il senso da cui per migliaia di anni è dipesa la sopravvivenza della nostra specie.
Il rosso è anche stato il primo colore a disposizione degli artisti. Nelle pitture rupestri del Paleolitico, come in quelle delle grotte di Lascaux o di Altamira, insieme al nero della fuliggine era il rosso fatto con l’ossido di ferro a permettere ai nostri antenati di raffigurare animali e figure umane, o lasciare una traccia del loro passaggio dipingendo un’impronta delle proprie mani, come nella suggestiva Grotta delle Mani Dipinte in Patagonia.
Fin dall’antichità, rosso era il colore di re e sacerdoti, rosso era il colore delle spose prima che prevalesse l’algido bianco vittoriano, rosso è il colore dei frutti più dolci; e rosso, naturalmente, è il pomodoro.
Ora sono quasi sinonimi; si dice “diventare rosso come un pomodoro”.
Ma non è sempre stato così; i primi pomodori importati dalle Americhe tendevano ad avere bacche piccole e gialle. E’ ironico che ancor oggi si conservi nel nome una traccia dell’epoca in cui i pomodori erano, per l’appunto, dorati.
Coltivati inizialmente a scopo ornamentale, nel corso del tempo sono stati selezionati per dare frutti sempre più grandi e rossi, che proprio per il loro aspetto erano considerati afrodisiaci; pomi d’amore, li chiamavano i francesi.
Oggi sappiamo che il rosso vivo del pomodoro è indice del suo grado di maturazione e del suo contenuto di preziose sostanze nutritive, come il licopene dalle virtù antiossidanti.
Abbiamo cioè razionalizzato ciò che il nostro istinto ci suggerisce da sempre: il rosso è il colore del gusto.
In cucina, il gusto italiano è protagonista anche...fuori dal piatto!