Ma perché alcuni piatti, più di altri, ci fanno sentire a casa?
Prima di tutto, il cibo è uno dei primi modi in cui fin da bambini ci si è presi cura di noi. Sono comfort food i piatti che ci riscaldano e che hanno una consistenza morbida e vellutata, come le zuppe cremose o il latte con il miele; ci fanno sentire immediatamente coccolati e rassicurati, come un caldo abbraccio.
Il comfort food è soprattutto legato alla nostra memoria: si tratta di cibo che associamo a un momento piacevole. I profumi e i sapori hanno infatti un effetto potentissimo sui ricordi; e come racconta bene Proust nella pagina dedicata alla famosa madeleine, può bastare un assaggio per suscitare vividamente emozioni anche molto lontane nel tempo.
Ecco perché sono comfort food i piatti che ci fanno tornare all’infanzia; e se per qualcuno può trattarsi dell’uovo sbattuto preparato al tavolo della cucina, per qualcun altro può essere la merendina o la pizza dei tempi della scuola.
Comfort food vuol dire anche assenza di complicazioni: per questo vi rientrano a buon diritto tanti cibi che non hanno bisogno di una lunga preparazione, dal pane con burro e marmellata alla buonissima e semplicissima pappa al pomodoro.
C’è anche una spiegazione biochimica per cui alcuni cibi ci fanno sentire bene: gli alimenti ricchi di grassi e zuccheri attivano il sistema di ricompensa del cervello, stimolando il rilascio di endorfine e serotonina.
Ecco perché il consumo di comfort food aumenta nei periodi di crisi, durante una separazione amorosa, fra gli expat, e in tutti i momenti in cui siamo presi da particolare nostalgia.
Questi piatti sono vere coccole che ci regaliamo quando abbiamo bisogno di sentirci confortati o quando vogliamo premiarci.
Perché il cibo è amore; in tutte le sue sfumature - e in tutti i suoi gusti.
Il sugo con carne, simbolo di convivialità e calore familiare, incarna perfettamente la filosofia culinaria italiana.