Leggendo "dieta mediterranea" vengono alla mente la piramide alimentare, le raccomandazioni su porzioni ed ingredienti, le virtù di olio di oliva, ortaggi e cereali integrali. Se siamo interessati all'argomento, magari ricordiamo anche il diligente studio del dottor Ancel Keys, che giunto dal Minnesota nel nostro Sud Italia rimase sorpreso della buona salute di cui godevano i nostri contadini rispetto ai ricchi magnati americani.
Prima che la dieta mediterranea giungesse all'attenzione del mondo scientifico, però - e assai prima di diventare, nel 2010, Patrimonio Immateriale dell'Umanità riconosciuto dall'UNESCO - i sapori e i profumi del Mediterraneo avevano già acceso la fantasia (e le papille) del pubblico anglosassone.
E il merito è di una donna di nome Elizabeth David.
Elizabeth era nata nel 1913 in Inghilterra, in seno a una famiglia molto altolocata; mandata a studiare arte a Parigi, aveva presto abbandonato la pittura per il teatro (con dispiacere della mamma viscontessa), e lo scoppio del secondo conflitto mondiale l'aveva sorpresa mentre salpava per la Grecia, in fuga d'amore con un uomo sposato. (Facile intuire cosa avrà pensato, di questo, la signora viscontessa.)
Gli anni seguenti furono un rocambolesco viaggio per mare, fra i porti della Provenza, d'Italia, e poi in Grecia e in Egitto; anni in cui crebbe l'amore di Elizabeth per la cucina semplice, fatta con ingredienti maturati al sole.
Rimpatriata finalmente nel 1946, Elizabeth piombò in una Londra ancora frastornata dalla guerra e davanti a una dispensa illanguidita da anni di razionamenti.
In quei primi tempi di grigiore e ristrettezze Elizabeth si sentiva "bruciare di nostalgia per il sole e di furiosa rivolta contro quel cibo terribile, senza gioia e senza cuore".
Allora, per contrastare la malinconia di porridge e cavoli bolliti, iniziò a trascrivere le ricette che le mancavano di più: ratataouille e dolmades, spaghetti e risotto.
Le ricette furono dapprima pubblicate su alcune riviste e poi, finalmente, in una raccolta a metà fra il manuale di cucina e il diario di viaggio: A Book of Mediterranean Food.
Il libro andava oltre il semplice elenco di ricette: era un'appassionata lettera d'amore a un modo di intendere il cibo e lo stare a tavola; e prima ancora di illustrare la preparazione dei piatti, Elizabeth sapeva accendere la voglia di assaggiarli.
"La cucina del Mediterraneo, felicemente dotata di tutte le risorse naturali, i colori e i sapori del Sud, fonde tradizione e brillante improvvisazione. Il genio Latino lampeggia dalle padelle." recita l'incipit del libro. "Ed è anche una cucina onesta: non ha nulla dell'ipocrita Grand Cuisine dell'International Palace Hotel."
Il libro fu un successo e nel corso degli anni ne seguirono altri, fra cui una fortunatissima raccolta di ricette francesi e un "Italian Food" che venne illustrato nientemeno che da Renato Guttuso.
La maggior parte delle opere di Elizabeth David non è mai stata pubblicata in italiano, eppure fu la prima a saper raccontare, da una sponda all'altra dell'Atlantico, la poesia che c'è in una cosa quotidiana come la cucina.
E chissà che la prossima volta che sentiamo parlare di cucina mediterranea, non penseremo anche a lei.
La storia del nostro Paese è anche una storia di ricette