Roma capitale della TV italiana: negli anni del boom la televisione non era solo un mass media, ma un mezzo per accendere il futuro.
Gli anni '60 rappresentano un'epoca d'oro nella storia della televisione italiana; la programmazione degli Studi Rai era caratterizzata da un’eleganza e un’attenzione alla qualità forse mai più eguagliate.
Prendendo le mosse dalla voglia di riscatto del dopoguerra, la Rai (o radiotelevisione italiana) abbracciò con entusiasmo la missione di traghettare il Paese verso un nuovo mondo, con un palinsesto che all’intrattenimento affiancava divulgazione scientifica e cultura.
La televisione italiana degli anni del boom fu forse il primo grande generatore di una cultura popolare condivisa, dall’alfabetizzazione di massa (con il successo di “Non è mai troppo tardi” del Maestro Manzi) fino alla alla musica (tantissime le rassegne musicali nate all’epoca e che proseguirono per anni, come Festivalbar).
Moda, musica leggera e prodotti di consumo si mescolavano favorendo l’affermarsi di un’estetica autenticamente pop.
Erano tempi in cui la TV non aveva ancora un mestiere e la si inventava nuova ogni giorno; e forse proprio per questo riusciva a far incontrare creatività e ispirazioni diverse.
Nessun programma ne dà l’esempio meglio di Studio 1.
La trasmissione prendeva il nome dagli studi Rai di Roma dove veniva girato, e portava in televisione il format teatrale del varietà, unendo musica, sketch comici e balletto. Si tratta di una formula che è stata ripetuta nei decenni sempre più stancamente, fino ad arrivare ai giorni nostri ormai svuotata; ma all’epoca vi si distillava il meglio che il mondo dello spettacolo avesse da offrire.
La regia innovativa di Antonello Falqui aveva lo sguardo rivolto a Broadway e ai varietà parigini, ma sfruttava appieno anche le innovative possibilità dello studio televisivo, trasformandone in punti di forza i grandi spazi minimali, i movimenti di camera e gli strumenti di ripresa a vista, dando un’impronta distintiva e ancora oggi ben riconoscibile.
Le stelle che brillavano sul palco di Studio 1 raccoglievano tutto il firmamento dello star system italiano dell’epoca: personalità del teatro, della musica dal vivo o del cinema.
Una effervescenza di talenti che ebbe fra i protagonisti Walter Chiari e Don Lurio, Rita Pavone e Sandra Milo, le Gemelle Kessler e naturalmente Mina, che il programma lo condusse in diverse edizioni.
E proprio mentre Studio 1 finiva, cominciava la carriera di De Rica in un altro grande contenitore rimasto nel cuore degli Italiani: naturalmente, parliamo di Carosello.
Carosello è stato un celebre programma Rai, trasmesso dal 1957 al 1977, la cui particolarità era di essere esclusivamente un contenitore pubblicitario.
All’epoca, gli spot erano piuttosto diversi dalle pubblicità di oggi: dovevano costituire dei veri e propri micro spettacoli di un minuto e quarantacinque secondi, ben distinti dal “codino” pubblicitario che trovava spazio solo alla fine.
Un formato insolito che stimolò l’estro delle agenzie creative dell’epoca, e che fece sì che presto Carosello diventasse una delle trasmissioni più amate. I suoi sketch coinvolgevano personalità dello spettacolo e inventavano personaggi rimasti poi nell’immaginario, come Calimero, Carmencita, el Merendero…
Carosello ha fatto la storia della tv italiana; con gli occhi di oggi, potremmo dire che era content marketing ante litteram: pubblicità che non rappresentava solo un mezzo per vendere prodotti, ma anche un modo per divertire e raccontare; una formula che funzionò al punto che un contenitore di pubblicità costituisce ancora oggi uno dei programmi più ricordati dai bambini di allora.
Era in questo contesto che nasceva la prima pubblicità televisiva di De Rica: durante gli anni di Carosello, infatti, lo spot del marchio vedeva come protagonista il celebre duo composto da Gatto Silvestro e dal canarino Titti. Negli spot, Silvestro cercava di afferrare Titti attraversando peripezie ogni volta differenti. Messo infine alle strette, Titti si rifugiava in dispensa, sopra un pack di pomodori De Rica. Arrivati a questo punto Gatto Silvestro rinunciava alla cattura di Titti affermando, sornione: "No no no, su De Rica non si può!”.
Come da copione di Carosello, il cartone animato terminava qui, seguito da un breve messaggio pubblicitario in cui si illustravano i prodotti, i valori e la bontà di De Rica. La pubblicità di De Rica è stata tra le più iconiche e memorabili della storia della tv italiana di quegli anni e ancora adesso è ricordata da tanti.
E ancora adesso, De Rica porta in tavola il gusto e i sapori della tradizione italiana. E come allora, sposa la passione per i sapori di sempre all’attenzione per il gusto di oggi.
In un mondo in cui ormai i riti collettivi scarseggiano, Sanremo è una certezza!