A rendere unica la città è l’Addizione Erculea, una grande opera urbanistica realizzata dall’architetto Biagio Rossetti per il duca Ercole I d’Este che, nel XV secolo, volle ampliare il centro medievale di Ferrara facendone progettare lo sviluppo rinascimentale. Uno dei simboli di questa opera è il Palazzo dei Diamanti, sede di importanti mostre d’arte, a cui fa eco la grande Cattedrale in stile stile romanico e gotico, costruita a partire dal XI secolo.
Meno nota e altrettanto suggestiva, è “la città metafisica" di Tresigallo, in dialetto Trasgàl, dove il tempo sembra essersi fermato.
Una città utopica e ideale, nata dal sogno dell’allora ministro dell'agricoltura Edmondo Rossoni negli anni ’30, e oggi città d’arte. Qui potrete ammirare edifici in stile razionalista e avere la sensazione di passeggiare in una quadro di De Chirico. A Tresigallo si trova anche una delle delizie estensi, il Palazzo Pio, che è possibile visitare in occasione di eventi speciali.
Dopo la scorpacciata di cultura, anche il palato vuole la sua parte.
Le eccellenze da non perdere sono: la “coppia”, ovvero il pane ferrarese IGP, i “Cappellacci” ripieni di zucca, la salama da sugo e il “pampepato” dolce.
Per viaggiare fra i sapori della cucina ferrarese comodamente a casa, vi proponiamo la ricetta degli Gnocchi di zucca pomodoro e pecorino, rivisitazione dei tortelli che a Ferrara prendono appunto il nome di “Cappellacci” o Caplàz, nome che deriva dal tipico cappello di paglia dei contadini dell’Ottocento.
Le origini di questi Gnocchi sono rinascimentali: se ne trova menzione in un menù del 1584 di Giambattista Rossetti, cuoco alla corte Estense di Ferrara, poi “esportati” alla corte mantovana, dove Isabella D’Este giunse in sposa del rampollo dei Gonzaga.
Unica variante fu che nel mantovano si mescolò il dolce della zucca all’agro, aggiungendo all’impasto una dose di amaretti tritati.
Noi li prepariamo con la zucca violina, varietà che si raccoglie a fine estate per tutto l’autunno, caratterizzata da una polpa soda e compatta e dal sapore dolce.
Il nome deriva non già dal suo colore, di un arancione intenso, ma dalla forma che ricorda quella dello strumento musicale.
Pronti a cucinare con noi?
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Una delle gemme sulla corona della Food Valley